BARDASI, PAOLA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/1995, pág. 355
1. Introduzione. 2. Il quadro di riferimento. 3. I sistemi di programmazione e controllo di gestione. 4. La contabilità economica.
IL PIANO ESECUTIVO DI GESTIONES DEGLI ENTI LOCALI: UN'ANALISI SULLE PRIME ESPERIENZE ATTUATIVE
FRANCHI SCARSELLI, GUIDO
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/1997, pág. 217
IL PIANO NAZIONALE DEGLI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI 2001-2003
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2001, pág. 189
1. Premesa. 2. Parte I - Le radici delle nuovepolitiche sociali. 3. Parte II - Obiettivi di prioritàsociale. 4. Parte III - Lo sviluppo del sistema integrato diinterventi e servizi sociali.
IL PIANO REGOLATORE DEGLI ORARI DI FERRARA.
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/1998, pág. 537
1. Il piano regolatore degli orari della città di Ferrara.
IL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2003-2005
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/2003, pág. 337
A) IL QUADRO DI RIFERIMENTO. B) I DIECI PROGETTI PER LA STRATEGIA DEL CAMBIAMENTO. C) GLI OBIETTIVI GENERALI. D) INDICE.
IL REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO NEL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DI INDAGINE SULL'ESCLUSIONE SOCIALE
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/2001, pág. 499
A) La sperimentazione del reddito minimo di inserimento. 1. Le altre politiche di contrasto alla povertà e di sostegno alle responsabilità familiari. B) La sperimentazione del Reddito minimo di inserimento. 1. Premessa. 2. Le caratteristiche del Rmi. 3. Caratteristiche dei beneficiari. 4. Le attività di inserimento. 5. I costi e il finanziamento...
A) La sperimentazione del reddito minimo di inserimento. 1. Le altre politiche di contrasto alla povertà e di sostegno alle responsabilità familiari. B) La sperimentazione del Reddito minimo di inserimento. 1. Premessa. 2. Le caratteristiche del Rmi. 3. Caratteristiche dei beneficiari. 4. Le attività di inserimento. 5. I costi e il finanziamento della sperimentazione. 6. I primi esiti. 7. Elementi di valutazione. 8. Stima del costo della misura.
IL REGOLAMENTO ATTUATIVO DEL TESTO UNICO SUGLI IMMIGRATI STRANIERI
MELICA, LUIGI
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/2000, pág. 121
1. Regolamento recante norme di attuazione deltesto unico delle disposizioni concernenti la disciplinadell'immigrazione a norme sulla condizione dello straniero,a norma dell'art. 1, 6º c., del d.l.vo 25 luglio 1998,n.286.
IL RUOLO DELLA VALUTAZIONE NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI (3.2.9/IV)
BERTIN, GIOVANNI;PORCHIA, STEFANIA;SELLE, PIERO
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/1994, pág. 387
1. Introduzione. 2. L'evoluzione del rapporto fra valutazione e processo decisionale. 3. Valutazione, ricerca valutativa e dinamiche organizzative. a) Supportare il processo di scelta. b) Supportare il processo di realizzacione. c) Supportare la valutazione dei ...
IL SISTEMA INFORMATIVO DELLA MONTAGNA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/1999, pág. 1
1. Premessa. 2. Che cos'è il Sim. 3. Il percorso diprogettazione e realizzazione. 4. Le diverse opportunità chefavoriscono la realizzazione del progetto. 5. Lecaratteristiche della realizzazione. 6. La diffusione deisiti Sim. 7. Le attività previste dal progetto. 8. Le fasi ei tempi di realizzazione. 9. Le prospetive di evoluzione delSim....
1. Premessa. 2. Che cos'è il Sim. 3. Il percorso diprogettazione e realizzazione. 4. Le diverse opportunità chefavoriscono la realizzazione del progetto. 5. Lecaratteristiche della realizzazione. 6. La diffusione deisiti Sim. 7. Le attività previste dal progetto. 8. Le fasi ei tempi di realizzazione. 9. Le prospetive di evoluzione delSim. 10. Considerazioni conclusive.
IMMIGRATI E COMUNITA LOCALE: UN INTERVENTO DI SENSIBILIZZAZIONE
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2001, pág. 337
1. Premessa. 2. L'esperienza del Cies. 3. Comenasce l'idea della mostra interattiva. 4. Bilanciodell'esperienza in Italia (Roma e Reggio Emilia). 5. Tutti inumeri della mostra. 6. I personaggi. 7. Le tensostrutture.8. I pannelli. 9. Le testimonianze degli animatori. 10.L'attrazione massmediatica. 11. Valutazione pedagogica epsicologica. 12....
1. Premessa. 2. L'esperienza del Cies. 3. Comenasce l'idea della mostra interattiva. 4. Bilanciodell'esperienza in Italia (Roma e Reggio Emilia). 5. Tutti inumeri della mostra. 6. I personaggi. 7. Le tensostrutture.8. I pannelli. 9. Le testimonianze degli animatori. 10.L'attrazione massmediatica. 11. Valutazione pedagogica epsicologica. 12. Caratteristiche positive e negative. 13.Gli aggettivi. 14. Una proposta agli Enti locali: una mostraitinerante!.
INDIRIZZI E NORMATIVE PER IL RIORDINO DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI DELLA REGIONE PIEMONTE
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/1989, pág. 1
Titolo I. Oggetti e principi informatori dellaìlegge. Titolo II. Attività di prevenzione. Tittolo III.ìGestione coordinata e integrata dei serviziìsocio-assistenziali e sanitari. Titolo IV. Riordino deiìservizi socio-assistenziali. Titolo V. Delega e subdelega diìfunzioni amministrative regionali in materiaìsocio-assistenziale. Titolo...
Titolo I. Oggetti e principi informatori dellaìlegge. Titolo II. Attività di prevenzione. Tittolo III.ìGestione coordinata e integrata dei serviziìsocio-assistenziali e sanitari. Titolo IV. Riordino deiìservizi socio-assistenziali. Titolo V. Delega e subdelega diìfunzioni amministrative regionali in materiaìsocio-assistenziale. Titolo VI. Personale e beni ...ì
BESOZZI, ELENA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/1999, pág. 511
1. La presenza di bambini e ragazzi stranieri nellascuola italiana. 2. Gli orientamenti di politica scolásticadi fronte alle immigrazioni. 3. Allegati: normativa europeae italiana in materia di istruzione in rapporto alleimmigrazioni.
ISTITUZIONI COMUNITARIE E ALTRI ATTORI NELLA POLITICA SOCIALE EUROPEA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/2000, pág. 357
1. Le tappe fondamentali nell'evoluzione dellaPolitica sociale europea ed il loro impatto sul ruolo delleistituzioni comunitarie. 2. Le Istituzioni comunitarie. 3.Gli altri attori sociali. 4. Conclusione.
ITALIA NOSTRA:ATTIVITÀ ED OBIETTIVI NELLA PROMOZIONE E TUTELA DELL'AMBIENTE E DELLA CULTURA.
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2003, pág. 251 a 258
I.CHI SONO E DI COSA SI OCCUPANO LE ASSOCIAZIONI PER LA TUTELA DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI. II.L'ASSOCIAZIONE ITALIA NOSTRA E LA SUA STORIA. III.INIZIATIVE ED EVENTI DI INTERESSE NAZIONALE. IV.ATTIVITÀ E PROGETTI PLURIENNALI. V.LE SEZIONI.
ANDREA PALTRINIERI
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2003, pág. 317 a 334
I.L'EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA (ECM)) - PERCHÉ. II.IL PROG4AMMA ECM ITALIZANO E LE SUE PECULIARITÀ. III.DESTINATARI DEL PROGRAMMA ECM E QUANTIFICAZIONE DEL DEBITO FORMATIVO. IV.ENTI AUTORIZZATI AD ACCREDITARE EVENTI E TIPOLOGIA DGLI EVENTI. ...
L'ACCESSO DEGLI IMMIGRATI AI SERVIZI: UNA RICERCA A BERGAMO
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/2004, pág. 73
1. PREMESSA. 2. LA METODOLOGÍA: IL CLIENTE MISTERIOSO. 3. COSA È EMERSO. 4. PROPOSTE, SUGGERIMENTI E PISTE DI LAVORO.
L'ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI DELLA EX-JUGOSLAVIA NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/1997, pág. 125
1. L'accoglienza dei profughi provenienti dalla ex-jugoslavia: situazione al dicembre 96. (a cura del Servizio sicurezza sociale della Provincia di Bologna). 2. Relazioni di gruppi di lavoro del comitato scientifico.
L'ACCORDO STATO-REGIONI IN TEMA DI EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA.
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2003, pág. 335 a 336
I.ACCORDO DELLA CONFERENZA STATO-REGINI DEL 13 MARZO 2003. II.LA CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO. III.SANCISCE IL SEGUENTE ACCORDO TRA IL MINISTRO DELLA SALUTE, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO NEI TERMINI SOTTO INDICATI.
L'AFFIDAMENTO A TERZI DELLA GESTIONE DI SERVIZI SOCIALI E SANITARI A TORINO
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/1999, pág. 91
1. Città di Torino. Deliberazione del Consigliocomunale (proposta dalla G.C. il 30 giugno 1998) approvatail 9 dicembre 1998. 2. L'appalto. 3. L'accreditamento.
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/2000, pág. 87
1. La presentazione dell'Agenzia. 2. Il testo dellabrochure informativa per le aziende. 3. Il testo dellabrochure informativa per detenuti. 4. La relazione sulleattivitá.
L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 285/97 IN EMILIA-ROMAGNA: UN PRIMO BILANCIO
PIERI, RICCARDO;GAGGI, MATTEO
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2002, pág. 277
A) Ricominciare a "giocare" con la legge n. 285/97. 1. I numeri. 2. La sussidiarietà. 3. Gli effetti. B) I progetti. 1. Premessa: dalla elaborazione del momento della nascita al progetto. 2. Dati di partenza: la ricerca. 3. Obiettivi. 4. Azioni. 5. Il lavoro. 6. Collaborazioni attivate. 7. Tavolo di coordinamento. 8. La proposta...
A) Ricominciare a "giocare" con la legge n. 285/97. 1. I numeri. 2. La sussidiarietà. 3. Gli effetti. B) I progetti. 1. Premessa: dalla elaborazione del momento della nascita al progetto. 2. Dati di partenza: la ricerca. 3. Obiettivi. 4. Azioni. 5. Il lavoro. 6. Collaborazioni attivate. 7. Tavolo di coordinamento. 8. La proposta operativa. 9. Gli strumenti di osservazione e analisi. 10. Prospettive ed evoluzione. 11. Preparazione alla nascita di un bambino o di una bambina. 12. Genitori in Cammino con i figli che crescono (poi trasformato in Star bene insieme in Famiglia). 13. Genitorialità particolari: l'affido e l'adozione. 14. Progettare insieme. 15. La ricerca sulla dispersione scolastica. 16. Il Cerchio Magico. 17. Una prima analisi della verifica del progetto per la zona di Sarsina.
L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 285/97 IN VENETO: UN PRIMO BILANCIO
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 2/2002, pág. 261
1. Il 1º triennio. 1.1. Premessa. 1.2. Obiettivi 1.3. Metodologia e strumenti per la raccolta dati. 1.4. La mappatura dei progetti. 1.5. I Piani triennali. 1.6. Valutazione dei Piani triennali. 2. Il 1º anno del 2º triennio. 2.1. Premessa. 2.2. I Piani triennali l. n. 285/97 nel triennio 2000-2002. 2.3. Sintesi dei principali risultati.
L'AVVIO DEI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO
BASSI, ANDREA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/1997, pág. 399
1.Premessa. 2. I regolamenti dei Comitati di gestione dei fondi regionali. 3. I bandi per la presentazione di domande per la gestione dei Centri di servizio. 4. I progetti dei Centri di servizio. 5. Considerazioni conclusive.
L'INDICATORE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA (LSE) PER L'ACCESSO AI SERVIZI
RICCI, LORETTA
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 3/2003, pág. 357
1. PREMESSA. 2. COME SI CALCOLA L'ISEE. 3. COME SI APPLICA L'ISEE. 4. ASPETTI CRITICI E PROBLEMI APERTI.
L'INSERIMENTO LAVORATIVO DI SOGGETTI SVANTAGGIATI ATTRAVERSO L'IMPRESA DI TRANSIZIONE
AUTONOMIE LOCALI E SERVIZI SOCIALI, n.º 1/2000, pág. 99
1. L'impresa di transizione: un nuovo dispositivoper l'occupazione.